6 personaggi in cerca di autore di pirandello
monologo del padre :
Le dico, da un giorno all'altro...perche' aveva trovato fuori non so che collocamento. Non mi fu possibile rintracciarli; e allora per forza venne meno il mio interessamento, per tanti anni. Il dramma scoppia, signore, impreveduto e violento, al loro ritorno; allorche' io, purtroppo, condotto dalla miseria della mia carne ancora viva...Ah, miseria, miseria veramente, per un uomo solo, che non abbia voluto legami avvilenti; non ancor tanto vecchio da poter fare a meno della donna, e non piu' tanto giovane da poter facilmente e senza vergogna andarne in cerca! Miseria? che dico! orrore, orrore: perche' nessuna donna piu' gli puo' dare amore.E quando si capisce questo, se ne dovrebbe fare a meno... Mah! Signore, ciascuno - fuori, davanti agli altri - e' vestito di dignita': ma dentro di se sa bene tutto cio' che nell'intimita' con se stesso si passa, d'inconfessabile. Si cede, si cede alla tentazione; per rialzarcene subito dopo, magari, con una gran fretta di ricomporre intera e solida, come una pietra su una fossa, la nostra dignit‡, che nasconde e seppellisce ai nostri stessi occhi ogni segno e il ricordo stesso della vergogna. » cosÏ di tutti! Manca solo il coraggio di dirle, certe cose!
monologhi : creonte, dall'Antigone di Sofocle
Signori, la citta' e' salva: gli dei l'hanno scrollata in una gran tempesta e l'hanno raddrizzata. Voi, fra tutti, ho convocati qua', mediante essi, in disparte.Lo so che veneraste il potere di Laio, e quando poi Edipo resse lo stato e piu' tardi, quando mori', verso i figli del re la vostra fedelta' rimase salda. Ora in un giorno sono morti per doppio fato, dopo colpi inferti e subiti , macchiati d'omicidio: chi per la parentela con gli estinti, trono e potere ha in mano sono io. Non si conosce l'anima, la mente, il pensiero d'un uomo, se di se non da prova al governo e nelle leggi. Chi dirigendo l'intera citta', non colga il segno del miglior consiglio, ma stia,per la paura, a bocca chiusa, pessimo sempre mi sembro', mi sembra; e di chi stima piu' della sua patria un amico, non faccio nessun conto. Io, testimone Zeus che tutto vede, non tacerei, vedendo una rovina in marcia in luogo di salvezza, ne un uomo ostile alla citta' l'avrei per amico. Lo so fin troppo bene: la nave salvatrice e' solo questa: solo a bordo di questa, navigando fin che sta' salda, e' dato procurarsi amici degni. E io con queste norme potenzio la citta'. Bene: in un bando, piu' o meno questo ho detto ai cittadini per cio' che attiene ai figlioli di Edipo. Eteocle, che in difesa della patria cadde, compiute valorose gesta, si seppellisca, e si versino offerte sul tumulo, gradite ai grandi estinti; ma il fratello di sangue, Polinice, che la patria e gli dei della sua terra, tornando dall'esilio, volle dare fuoco e farne scempio e volle insieme gustare un sangue ch'era il suo, facendo i cittadini schiavi - ebbene,lui ,e' vietato per legge alla citta' d'onoralo e di piangerlo: si lasci insepolto e bruttato nelle membra, divorato dai cani e dagli uccelli. Il mio criterio e' questo. Mai da me saranno preferiti ai giusti i tristi; chi alla citta' sara' benigno, morto o vivo eguali onori avra' da me.forse ti interessa anche
monologo di Tiresia nelle baccanti di Euripide
Quando chi e' saggio ispira le parole a buon principio, parlar bene e' facile . Tu invece mostri parlantina fluida come un uomo da senno, mentre il senno manca del tutto nelle tue parole. Chi punta sull'audacia ed e' capace di parlare, se privo di cervello, diventa un cittadino molto tristo. Codesto nuovo dio che tu beffeggi, non saprei dire quanto sara' grande in Grecia. Caro giovine, due cose hanno nel mondo umano il primo posto : la dea Demetra - e la terra, qualunque nome tu voglia darle -: e lei che nutre con cibi secchi gli uomini; e quest'altro venuto dopo: per converso ,il figlio di Semele', trovo' l'umore liquido del grappolo e fra gli uomini lo reca, quello che toglie ai miseri mortali il dolore, se s'empiono del flusso della vita, e col sonno da l'oblio dei mali quotidiani - altro rimedio degli affanni non c'e'. Questo che nacque dio, si liba agli dei, sicche' per lui ottengono i mortali benefici. Tu lo beffeggi perche' fu cucito nella coscia di Zeus? Ti mostrero' come sia giusto. Quando lo sottrasse di forza al fuoco folgorante Zeus e porto' su in Olimpo il Dio Bambino, era voleva cacciarlo dal cielo : Zeus, da quel dio che e', trovo' il rimedio. Squarcio' parte dell'etere che avvolge intorno il mondo, ne fece un ostaggio consegnandolo a era, ma il Dionisio vero lo mise in salvo preservandolo dall'odio della dea. Col tempo gli uomini, equivocando sul termine hÚmeros ,che vale <monologo di EGISTO dall'Agamennone di Eschilo
EGISTO: O luce amica di un giorno che porta giustizia ! posso ben dire ora che i numeri vendicatori guardano di lassu' sulla terra alle colpe degli uomini mortali ,se qui' io vedo con mia gioia ,nel peplo intessuto delle Erinni, disteso quest'uomo che paga alla fine le mali arti di suo padre. Atreo fu, il re di questa terra padre e di costui, che il padre mio Tieste e fratello suo -chiaro voglio parlare- essendo con lui in contesa per il regno, lo mise al bando della citta' e dalla reggia. Ritorno' supplice l'infelice Tieste al focolare di Atreo, e vi trovo' cosi' sicura accoglienza che non dove', morendo, macchiare lui del proprio sangue il suolo paterno. Se non che Atreo, l'empio padre di questo morto, facendo finta ,con lieto volto ma con un suo zelo feroce e nemico, di voler celebrare il ritorno del fratello come un giorno solenne ,imbandi' il padre mio, dono ospitale,le carni dei suoi figli. Seduto al suo desco, in disparte, sminuzzo' i piedi e le mani e le dita perche' non fossero riconoscibili. Tieste, lontano da ogni sospetto, subito ne prese e mangio'. E fu pasto, come vedi, esiziale a tutta la stirpe. Poi,appena capi' l'opera oscena, dette un grido, cadde all'indietro rigettando quelle carni straziate, e, rovesciata con un calcio la mensa, accompagno' l'atto con questa maledizione :'cosi'perisca tutta intiera la gente di Plistene'. ecco perche' tu vedi costui a terra. Era pur giusto che anch'io ordinassi questa trama di morte . Me, terzo dei figli, Atreo risparmio' e insieme col misero padre mi mando' in esilio che ancora ero in fasce. Cresciuto negli anni, qui' nuovamente mi ricondusse giustizia. E allora, pur restando fuori dalla reggia, assalsi quest'uomo legandolo con tutte a tute le fila della trama funesta. Cosi' anche il morire sara' bello ora che vedo costui nei lacci della giustizia.monologo dall' Antigone DI SOFOCLE
Tomba, stanza nuziale, prigione sotterranea, mia dimora eterna, ecco io vado incontro ai miei cari. La maggior parte di loro li ha gia' accolti Persefone fra i morti: ultima io, la piu' infelice, giungo prima di aver compiuto la mia vita. Nutro in me tuttavia questa speranza, di giungere gradita a mio padre e a te, madre, e a te, fratello mio; perche' fui io, con le mie mani, a lavare i vostri corpi, a vestirli, a versare libagioni, quando siete morti. E ora, Polinice, e' questo che ricevo per aver sepolto il tuo cadavere. Eppure, per coloro che hanno mente saggia ,ti ho reso il giusto onore. Se siete trattato dai miei figli, se avessi visto il corpo del marito imputridire nella morte, non avrei affrontato questa lotta, sfidando la citta'. Perche' parlo cosi'? In base a quali norme? Perche' se muore il marito posso averne unaltro, e se perdo un figlio posso averne un'altro. Ma poiche' mia madre e mio padre sono nell'Ade non potro' avere piu' un'altro fratello. Ecco perche' ho scelto di onorarti , fratello mio, e per questo Creonte mi ritiene colpevole di una tremenda audacia. E mi ha presa e mi trascina cosi': senza letto nuziale, senza inni di nozze; non ho avuto un marito, non ho cresciuto figli: abbandonata dagli amici scendo, ancora viva, alle dimore dei morti. Quale giustizia divina ho trasgredito? E perche' allora mi rivolgo ancora agli dei, infelice che sono, e chi posso chiamare in aiuto? Mi hanno giudicata empia per un atto di pieta'. Se per gli dei e' giusto tutto questo allora, attraverso il dolore, riconoscero' la mia colpa. Me se invece sono loro i colpevoli, spero che soffrano quello che fanno soffrire a me ,contro la giustizia.forse ti interessa anche