narciso e boccadoro riassunto
capitoli 1 -5
Nell'antico monastero medievale di Mariabronn, la vita scorre da generazioni immersa nello studio delle arti, delle scienze e delle filosofie.In ogni epoca, tra i tanti che vivevano e morivano, c'èra sempre stato qualche individuo singolare che tutti rispettavano o temevano, ed anche il momento presente non fa eccezione: nel monastero vivono l'abate Daniele, un uomo non particolarmente colto e tuttavia molto semplice e saggio, e Narciso, un giovane che nonostante la giovane età è molto più saggio di molti suoi insegnanti.
Entrambi recano in loro il destino dell'eletto, e sentono una affinità reciproca, sebbene non riescano ad avvicinarsi.
Narciso,a causa della sua superiorità, suscita l'invidia degli altri monaci e ha pochi amici (solo alcuni eruditi). In questi giorni, l'abate deve risolvere una disputa tra Narciso e un collega geloso più anziano.
L'abate rimprovera Narciso, perché non obbedisce al collega più anziano e di conseguenza suo superiore, ma allo stesso tempo ammette che il collega più anziano ha torto, e lo esorta a sfruttare l'opportunità di avere un superiore meno saggio di lui per migliorare il suo unico difetto: l'orgoglio.
Nei giorni successivi Boccadoro, un novizio, entra nel monastero con il suo cavallo. Come Narciso, boccadoro è molto bello. Il giovane novizio è accompagnato da suo padre, il solo genitore rimasto dopo cha ha ciacciato in quanto ha cacciato sua moglie per via della sua vita dissoluta. Il padre ha deciso che le colpe di sua moglie devono essere espiate dal figlio Boccadoro, per questo ha deciso di lasciarlo nel monastero.
Narciso e Boccadoro si incontrano, e provano subito reciproca ammirazione. Non possono tuttavia diventare amici, per via della distanza imposta dalle regole tra allievo e insegnante.
Durante la prima lezione Boccadoro si assopisce, e per questo viene deriso dagli altri monaci. Il suo impeto lo porta a reagire e ad azzuffarsi col primo che capitò a tiro, dando origine ad una lotta violenta.
All'arrivo di Padre Martino, il direttore, la folla si disperde ad eccezione di Boccadoro, che con sincerità e coraggio spiega le sue ragioni. Il direttore avvisa il ragazzo che se sarà coinvolto in un'altra zuffa sarà punito, ma allo stesso tempo prova ammirazione e meraviglia per le doti del nuovo arrivato. Col suo coraggio, inoltre, si è subito guadagnato il rispetto dei suoi colleghi, e viene subito accolto dal gruppo.

Nonostante i colleghi capiscano presto che, nonostante la rissa, Boccadoro sia una persona amabile e gentile, questo non riesce a stringere vere amicizie: proprio come Narciso è un essere raro è speciale, e nel convento non ci sono colleghi a lui affini. Le uniche persone di cui desidera l'amicizia sono L'abate Daniele e il suo assistente Narciso. Nonostante questo, la sua aspirazione è quella di stabilirsi in collegio.
Boccadoro vorrebbe diventare amico di Narciso, e l'unico modo per farlo non trova altro modo che essere un allievo estremamente attento e docile, andando così contro la sua stessa natura, oltre che alla separazioni dei ruoli imposta dalle regole. Questo conflitto avvia una spirale di tristezza e sofferenza, in cui l'unico sollievo è il suo cavallo.
In realtà anche Narciso desidera l'amicizia di Boccadoro, e pensa spesso a lui, vorrebbe guidarlo per portarlo alla sua fioritura, capisce che la sua natura opposta alla sua è una occasione di crescita, di completamento, di ricderca dell'equilibrio degli opposti. Tuttavia si trattiene per diverse ragioni: non solo il ruolo ricoperto impone imparzialità nei confronti degli altri allievi, ma teme che possa capitargli ciò che ha sentito di molti prima di lui, che l'amore platonico possa trasformarsi in desiderio carnale.
Una notte, Adolfo, il compagno con cui si era azzuffato il primo giorno di scuola, svela a Boccadoro una antica usanza del convento, ovvero che un gruppo di monaci sono soliti recarsi al villaggio per fare l'amore con delle ragazze. Boccadoro accetta, ed incontra una giovinetta con le trecce, a cui promette di tornare ancora.
Questo episodio accresce ulteriormente il conflitto di Boccadoro, cui ora si aggiunge anche il senso di colpa. Presto Il giovane si ammala, ed proprio Narciso a prendersi cura di lui, ed in questa occasione la polarità opposta tra i due emerge ulteriormente. In questo contrasto si esemplifica la teoria di Nietzsche sulla divisione tra le tendenze apolloninee (siamo esseri di pura ragione) e dionisiache (siamo esseri governati da desideri carnali e piaceri terreni)
Narciso è l'asceta, il pensatore, che non tollera che l'amore carnale possa entrare nella sua vita, anche se ama profondamente Goldmund. Goldmund vede il suo amore non corrisposto. Goldmund è un uomo d'amore, Narciso è un uomo di mente. Secondo Narciso questa diversità racchiude il senso della loro amicizia:
Non è nostro obiettivo fonderci l'uno con l'altro, ma capirci l'un l'altro, vedere e apprezzare l'altro com'è: la contraddizione e il complemento dell'altro.
Nonostante l'amicizia tra i due attiri l'attenzione degli altri monaci invidiosi, e serpeggino voci di un rapporto morboso tra i due, l'amicizia tra Narciso e Boccadoro si manifesta. Narciso cerca di far capire a Boccadoro la sua vera natura, di svelargli ciò per cui è predestinato, la strada da seguire, e questa secondo Narciso è fuori dal convento
Non sei uno studioso, né un monaco. A mio avviso, non sei abbastanza te stesso...Queste parole sono la conseguenza del fatto che il padre di Boccadoro aveva cercato di reprimere nel ragazzo il ricordo di sua madre, tuttavia l'inconscio non si può reprimere e la madre si manifesta nei sogni: Boccadoro è scosso da queste parole, non si capacita di come sia stato possibile dimenticarsi di sua madre.
Hai dimenticato la tua infanzia, ti cerca dal profondo della tua anima
Seppur turbato , Boccadoro capisce il valore delle parole di Narciso, e i due nei giorni successivi riprendono a parlare. Nel successivo incontro Narciso fa capire a Boccadoro che che la sua vocazione non è nell'intelletto ma nell'arte, e che se non verrà sopraffatto dal mondo dei sensi svilupperà una natura perfino a quella di Narciso. Narciso è sopraffatto dalle parole di Boccadoro e in un primo momento desidera morire, ma in seguito realizza che adesso ha trovato la sua strada, e lo deve a Narciso, ed è ora di separarsi dall'amico, di andare per la propria strada.
Non dobbiamo più litigare: sei sveglio, hai riconosciuto la differenza tra te e me, tra le origini materne e paterne, tra anima e mente.
narciso e boccadoro riassunto capitoli 6 - 10
Un giorno a Narciso viene ordinato di raccogliere delle erbe per padre Anselmo, il medico del monastero. Nella foresta, incontra una donna, Lisa, che lo bacia e ridesta in lui il ricordo del bacio della ragazza con le trecce conosciuta durante la fuga notturna dal convento. Stavolta il bacio è solo il preludio all'esplosione della passione, e Lisa prima lo fece ardere e poi placò il suo ardore. Senza proferire parola, Lisa inizia il giovane ai piaceri della carne. Boccadoro ormai è risoluto ad abbandonare il convento, e va a salutare Narciso che realizza, con lo stupore del suo amico, che Boccadoro si è innamorato di una donna. Boccadoro chiede all'amico di portare i saluti all'abate, l'unica altra persona nel convento di cui gli importa il giudizio.E così Boccadoro parte, il suo desiderio è di unirsi a Lisa, ma è consapevole che lei potrebbe essere sposata e che il suo potrebbe essere un viaggio solitario e senza meta: così in effetti sarà. Il giovane inizia a girare il mondo e a godere i piaceri della carne e della pigrizia, ma anche lavorando per procurarsi il necessario. I lunghi viaggi a piedi ne hanno asciugato il fisico.
Esercitava una attrazione irresistible nei confronti delle donne, molte si separavano da lui piangendo, ma poi sempre tornavano dai loro mariti. Ogni donna ha lasciato in lui un insegnamento sulla natura femminile, e ben presto diventa un fine conoscitore della natura femminile
forse è questo il suo destino, conoscere le donne e l'amore in mille modi, in mille forme diverse fino alla perfezione... a quale scopo ciò dovesse servire, dove conducesse,certo non sapeva, sentiva soltanto di essere in cammino.Un giorno, quando già da un anno o due sta vagando per il mondo, quando arriva al castello di un conte, che, dopo una turbolenta vita in crociata, decide di scrivere la sua autobiografia e cerca qualcuno che scrive il latino, la lingua accademica del tempo. Visto l'arrivo imminente dell'inverno, Boccadoro accetta il lavoro. Presto inizia a corteggiare le figlie del conte, riuscendo a conquistarle entrambe e ad avere rapporti sessuali con loro. Quando la più grande delle due, Lidia, rivela tutto a suo padre, Boccadoro viene cacciato dal castello.
Durante il suo girovagare incontra un altro vagabondo, di nome Vittore, più vecchio di Boccadoro, un tipo allegro che cerca di vendere ogni sorta di cose.I due si mettono in viaggio insieme, e per la prima volta Boccadoro non è solo nel suo pellegrinaggio.
Vittore insegna a Boccadoro i trucchi dell'arte di arrangiarsi, compresa quella di riconoscere le persone più disposte ad aiutare un vagabondo. Presto Vittore, con la forza, cerca di sottrarre a Boccadoro la moneta d'oro che aveva ricevuto in regalo da Lidia. Ne nasce uno scontro e, per difendersi, Boccadoro lo uccide.
Sopraffatto dai sensi di colpa e sperduto in una regione deserta, senza un rifugio e senza cibo, non gli rimane altro che abbandonarsi al sonno e desiderare la morte. Una volta sveglio, sospinto dall'istinto di sopravvivenza, si rimette in cerca di cibo e placa la sete ingoiando neve. Mentre procede parla da solo rivolgendosi a Narciso. Boccadoro non sa più dov'è e dove sta andando, e cade sfinito nella neve. Viene trovato da una delle sue amanti che, mossa da compassione nei suoi confronti, lo trascino mezzo morto nella stalla. Grazie alle cure della donna, presto Boccadoro si rimette ed è pronto a riprendere il suo viaggio.
Durante il suo cammino solitario, Boccadoro passa da una donna all'altra, finché non riesce più a sopportarlo e trova un chiostro dove poter stare. Qui confessa tutto ciò che ha fatto a padre Bonifacio che lo aiuta a trovare calma e riposo. Boccadoro è impressionato da un'immagine della Madre di Dio scolpita nel legno. Scopre che è stato fatto dal Maestro Nicola e chiede sue notizie.
Maestro Nicola? Chi è? dov'è? Lo conoscete? Oh, vi prego, ditemi qualcosa di lui! deve essere un uomo meravigliosamente dotato chi sa sa creare un'opera simile.Boccadoro trova la casa di maestro Nicola e bussa alla porta, riferendo il saluto di Padre Bonifacio e dicendo di aver visto la scultura della madonna e di esserne stato rapito. Dopo aver raccontato la sua storia chiede di essere ammesso nella casa come allievo. Il maestro decide di mettere alla prova Boccadoro e chiede di realizzare un disegno. Rimane impressionato dal ritratto di Narciso e decide di accettare il vagabondo come apprendista. Boccadoro medita sul valore dell'arte e inizia a percepirla come missione di vita, realizza la funzione eternatrice dell'arte.
riassunto narciso e boccadoro
capitolo 11 - 14
Boccadoro prova profonda ammirazione nei confronti di maestro Nicola, ma solo come artista, non altrettanto come persona. Nicola è nient'altro che un cittadino normale, ordinato e rispettabile, che crea egregie opere d'arte per amore dell'avidità e dell'ambizione.Dopo un anno di apprendistato Boccadoro ha imparato ciò che può imparare, e lavora su un'immagine che raffigura l'apostolo Giovanni, per il quale prende Narciso come modello. Sente che è stato Narciso, sfruttando la sua abilità artistica, a farlo uscire dalla vita ordinaria di scienziato nel convento e, invocando l'immagine della madre perduta, a metterlo in cammino nella via degli artisti. Sebbene Boccadoro sia profondamente grato a Nicola, è Narciso il mentore di Boccadoro.
Le giornate sono adesso tutte scandite dal lavoro per la rappresentazione dell'apostolo Giovanni, in questo compito stava il senso di ciascun giorno, ed in questo lavoro si riconciliavano gli aspetti opposti del suo carattere che albergavano in lui. Dopo alcuni anni Boccadoro completa il suo capolavoro, e di fronte all'immagine dell'apostolo Giovanni realizza l'eternità dell'arte in confronto alla caducità della vita.
Il maestro Nicola è entusiasta del lavoro del suo allievo, ed offre a Boccadoro di esere il suo successore e di sposare la sua adorabile figlia Lisbeth. Tuttavia il giovane artista pensa di non poter più realizzare un'opera d'arte come questa un'altra volta e critica anche lo stile di vita borghese del Maestro Nicola.
Boccadoro si reca al mercato del pesce e si interroga sulla natura umana, sulla mancanza delle persone comuni di non saper cogliere gli aspetti della vita. Pensa anche alla transitorietà della sua stessa vita, quando è rapito da una visione: è il volto della madre primigenia che guarda alla nascita e alla morte, ai fiori e al decadimento, triste e pensierosa.
"È il mistero che amo e inseguo ... la figura della madre primigenia, per esempio ... In essa, i più grandi conflitti del mondo hanno fatto pace solo in questa figura: nascita e morte, tenerezza e crudeltà, vita e distruzione ... È viva in me, più volte le ho assistito.Da questo momento in poi, non vuole seguire l'arte, ma solo la Madre.
Si reca dal maestro Nicola e comunica di non avere più stimoli artistici, o meglio di avere lo scopo di rappresentare la sacra immagine della Madre Primigenia, ma di non essere pronto per farlo, giacchè per riuscirci ha bisogno di fare ulteriori esperienze in giro per il mondo
voglio vivere e girovagare, sentire l'estate e l'inverno, guardare il mondo, sperimentare la sua bellezza e il suo orrore. Voglio soffrire la fame e la sete, voglio dimenticare e liberarmi di tutto quello che ho vissuto e imparato quì da voi. Desidererei bensì di poter fare un giorno qualcosa di così profondamente commovente come la vostra Madre di Dio... ma diventare come voi, vivere come voi vivete non voglio.
Nei primi tempi del suo girovagare Boccadoro dovette reimparare la vita del giramondo. Riabituarsi a prendere ora per ora ciò che la vita offre: sole, pioggia, nebbia, caldo, freddo, benessere e miseria. Nel suo viaggio, accompagnato da un nuovo amico di nome Roberto, gli viene rifiutato l'ingresso in un villaggio a causa dello scoppio di una epidemia di peste. Incantato, Boccadoro guarda i cadaveri morti in una fattoria:
Avevano un fascino per lui, era tutto pieno di grandezza e destino, così vero, così diretto.Roberto teme la peste e vuole fuggire. Tuttavia, le fattorie abbandonate sono piene di cibo, quindi rimangono e hanno una vita prosperosa. A loro si unisce una nuova amica, Lena. Roberto teme che sia infettata dalla peste, ma Boccadoro si innamora di lei. Vivono insieme nella foresta e quando Lena chiede a Boccadoro cosa accadrà in futuro, lui risponde che la lascerà in quanto nessuna felicità è fatta per durare a lungo.
Un giorno Lena, che è già incinta, viene violentata da un uomo che la morde. Boccadoro lotta con l'uomo e lo uccide brutalmente sotto lo sguardo pieno di ammirazione e lussuria di Lena. Mentre racconta a Roberto l'accaduto, realizza che quella è la seconda persona, dopo Vittore, morta per mano sua. Poco dopo, ripensa allo sguardo pieno di pienezza e di trionfo di Lena mentre lo guardava uccidere.
Uno sguardo che non si sarebbe mai potuto immaginare in un volto di donna. Senza quello sguardo, forse un giorno avrebbe potuto dimenticarla, ma quello sguardo è già un ricordo indelebile, e sente il desiderio di disegnarlo. Mentre pensava al senso di tutto questo, all'aver rinunciato A Elisabetta e al suo mestiere di artista per tornare a fare il vagabondo e ad ammazzare animali e persone, Boccadoro si addormenta e sogna il volto di Eva che all'improvviso apre gli occhi, occhi grandi pieni di lussuria e avidi di sangue.
Il giorno dopo Lena si ammala, il morso dello stupratore le ha contagiato la peste. Roberto, appresa la notizia ha paura e vuole stare fuori dalla capanna ed andrà a cercare un posto per dormire. Boccadoro fa credere a Roberto di essere a sua volta contagiato e manda al diavolo Roberto e gli dice che non vuole più rivederlo. Sebbene sia non sia un cattivo uomo, è troppo meschino. Boccadoro si prande cura di Lena fino a quando muore tra le sue braccia. Quindi dà fuoco alla casa e se ne va.
Viaggiando, assiste alle diverse reazioni delle persone alla catastrofe. Alcuni fuggono, altri hanno orge in questi ultimi giorni della loro vita. Gli ebrei sono accusati della peste e in una città viene bruciato il ghetto completo. In un monastero vede un dipinto appena realizzato: La Danza della Morte.
Ora ha un approccio diverso alla morte, non più vista come un boia o un padre severo, ma come una madre o una persona amata. Dopo aver ammirato il dipinto della danza macabra, Boccadoro riprende il suo cammino, una nuova forza adesso lo ha ispirato, e lo spinge a tornare dal maestro Nicola e verso la creazione.
Nel cammino, incontra Rebecca, una giovane ebrea il cui padre è stato assassinato insieme ad altri quattordici ebrei, e che si sente in colpa per essere fuggita e non essersi fatta bruciare insieme al padre.
Boccadoro si offre di aiutarla e si innamora di lei, che gli nega l'amore fisico perchè non vuole fare più nella che possa dare piacere. Boccadoro prova a convincerla di abbandonarsi all'amore, per contrastare l'orrore intorno, ma Rebecca lo rimprovera piena di odio e disprezzo
ecco come siete voi cristiani! Prima aiuti una figlia a seppellire suo padre che la tua gente ha assassinato, e di cui l'unghia dell'ultimo dito vale più di te, e subito dopo la ragazza deve essere tua e far con te l'amoreBoccadoro si commuove, e capisce che dietro l'odio apparente si nasconde il desiderio di morte. Saluta Rebecca col cuore oppresso e, pur amandola, non può fare altro che salutarla profondamente e lasciarla perire.
Si innamora di Rebekka, una ragazza ebrea, che gli nega l'amore fisico, che capisce. In una chiesa vuota Goldmund prega: "Mio Dio, ci hai completamente dimenticati e ci hai lasciato?"
capitolo 15 - 20
Boccadoro ritorna dal Maestro Nicola, ma viene a sapere che è deceduto mentre si prendeva cura della figlia, che sopravvisse così alla pestilenza. Durante il giorno disegna, di notte trova una nuova ragazza, Agnese, che purtroppo è amata dal comandante della città.Boccadoro viene catturato e condannato all'impiccagione il giorno successivo. Un prete ascolterà la sua confessione al mattino presto. Il prete si rivela essere Narciso, che riscatta la vita di Boccadoro.
Narciso adesso è abate del monastero di Mariabronn e ha adottato un nuovo nome: Giovanni. Boccadoro e Narciso intrattengono un lungo dialogo su come Dio possa governare un mondo pieno di peste come questo. Narciso dice che ha sempre venerato il Creatore come perfetto, ma mai la Creazione. Boccadoro trova nell'arte la sconfitta della transitorietà. L'immagine originale (archetipo) di una buona opera d'arte non è una creatura vivente, sebbene possa esserne la ragione. È spirituale. È un'immagine, che ha origine nell'anima dell'artista. Narciso vede queste immagini come visioni nella mente creativa, che possono essere materializzate e visualizzate. Tali visioni sono idee. Anche Boccadoro è d'accordo con l'intuizione di Narciso, e finalmente possono essere di nuovo amici.
I due tornano al monastero, e Boccadoro lavorerà quì come artista. In uno dei loro dialoghi, Narciso si sofferma nuovamente sulle reciproche differenze. Boccadoro ha una certa avversione per il pensiero, e i relativi concetti e formule, a favore delle immagini. Se Boccadoro fosse un pensatore sarebbe un mistico, e i mistici sono tutte persone infelici. Tuttavia, per la soddisfazione di Narciso, Boccadoro è diventato un artista, e lo esorta ed essere se stesso e a realizzarsi. In questo modo si può raggiungere la perfezione.
Boccadoro inizia a lavorare per il monastero. Narciso sente la sua confessione, con la quale l'amico raggiunge un po 'di pace. Narciso non rimprovera il suo amico per i suoi peccati, ma per la sua negligenza di pregare, confessare e andare alla Santa Comunione. Quando il lavoro di Boccadoro, una decorazione per il leggio nel refettorio, è pronto, Narciso lo ammira: "Ora so chi sei".
A poco a poco, Goldmund diventa di nuovo irrequieto. Desiderava ardentemente l'amore, ma per la prima volta sente di apparire vecchio agli occhi di una giovane donna. Quando il suo apprendista Erich termina il suo capolavoro, un'immagine di Maria che ricorda Lidia, che Boccadoro amava quando era il traduttore del conte, Boccadoro lascia di nuovo il monastero.
Alla fine dell'astate Boccadoro ritorna ed è un uomo distrutto, la sua anima si è allontanata dalla realtà e cammina sulle vie del sogno, sulla porta che conduce all'aldilà.
Racconta a Narciso il suo viaggio umiliante, di come desiderava tornare subito dopo la partenza ma non lo ha fatto per vergogna di un viaggio così fallimentare. Nel dialogo dice a Narciso quanto è stato importante nella sua vita, e lo bacia.
Non avendo più desideri carnali ne ispirazione artistica, adesso Boccadoro si sente pronto a morire e curioso della morte, perchè la sua fede, che è anche il suo sogno, è quello di essere in viaggio verso la madre.
Spero che la morte sia una grande felicità, una felicità grande come quella del primo appagamento dell'amore. Non posso staccarmi dal pensiero che invece della morte armata di falce, sarà mia madre a riprendermi con se e a ricondurmi nel nulla e nell'innocenza.Nell'ultimo dialogo con Narciso, Boccadoro si congeda dall'amico.
Ma come vuoi morire un giorno, Narciso, se non hai una madre? Senza madre non si può amare. Senza madre non si può morire.
...
I due giorni successivi Narciso rimane seduto al suo letto giorno e notte, e lo guardò spegnersi. Le ultime parole di Boccadoro gli bruciavano nel cuore come fuoco.