siddharta riassunto capitoli
capitolo 1Nell'antica India, Siddharta è il giovane figlio di un ricchissimo Bramino. Egli appartiene alla casta più ricca e nobile dell'India, ed è corteggiato dalle più belle donne per via della sua bellezza, delle sue virtù e della sua ricchezza. Siddharta trascorre buona parte della sua vita con il suo amico di infanzia Govinda, che lo ammira sinceramente e lo prende come modello di vita ed insieme vivono una vita piena di soddisfazioni materiali e spirituali, avendo la possibilità di poter frequentare uomini saggi. Tuttavia, Siddharta non è pienamente soddisfatto della sua vita, e da ciò che può imparare dai saggi e dai libri.
Un giorno meditando sotto un albero e riflettendo sul suono della parola OM (che conclude tutte le preghiere dei bramini) decide di lasciare la sua casa per unirsi ad un gruppo di asceti, i Samana, per cercare quella realizzazione di sè che i bramini predicano, ma non riescono pienamente ad ottenere: l'illuminazione.
Quando Siddharta chiede a suo padre il permesso di partire , il padre lascia la stanza contrariato e preoccupato, dicendo a suo figlio di abbandonare i suoi propositi. Siddharta rimane tutta la notte nella stessa posizione, in attesa del consenso di suo padre che, preso atto della determinazione del figlio, acconsente, dicendogli di non esitare a tornare a casa qualora non dovesse trovare ciò di cui è alla ricerca. Siddharta saluta sua madre e parte con Govinda, che ha deciso di seguire con devozione il suo amico.
capitolo 2
Il pomeriggio seguente i due amici raggiungono i samana, che gli accettano nella loro comunità, Si disfano dei loro vestiti ed indossano i semplici abiti dei samana, iniziando una vita di digiuni (mangiano il minimo indispensabile una sola volta al giorno) e astinenza dai piaceri del mondo, con l'obiettivo di svuotarsi dai desideri, per permettere al Sè di emergere, e di sentirsi parte della totalità dell'universo.
La vita coi samana è fatta di prove di forza, come il sopportare il sole cocente dell'estate senza poter bere ed il freddo dell'inverno senza un riparo, oppure le piaghe ai piedi per il troppo camminare. Siddharta sopporta tutte le prove, impara a controllare il suo respiro ed eccelle nella pratica della meditazione.
Dopo tre anni con i Samana, Siddharta chiede a Govinda riguardo ai progressi fatti ed il suo amico risponde in maniera entusiasta, ma Siddharta, ancora una volta, non è completamente soddisfatto e sente che anche con i Samana non potrà raggiungere la piena realizzazione. Infatti Govinda ritiene, cinicamente, che per perdere se stessi non sono necessarie tutte quelle prove, anzi ci si potrebbe perdere anche con le prostitute e una vita dissoluta dedita all'alcol e ai piaceri. Uno dei giorni successivi, Siddharta chiede al suo amico se davvero si stanno evolvendo oppure si stanno evolvendo in cerchio, ripassando sempre nello stesso punto, e prende atto che neanche il più anziano dei Samana ha ancora raggiunto l'illuminazione.
Siddharta comunica a Govinda, in maniera sprezzante, che ha deciso di lasciare i Samara. Govinda cercare di persuadere il suo amico, dicendo anche che potrebbe imparare presto a camminare sull'acqua se continuerà a sottoporsi alle prove di forza, tuttavia Siddharta è irremovibile. Dopo avere informato l'anziano della comunità, i due amici partono. capitolo 3
Nella città di Savathi, i due chiedono dove poter incontrare Buddha, e vengono indirizzati in un boschetto, dove sono presenti centinaia di persone accorse ad ascoltare i suoi insegnamenti. I due amici riconoscono, in mezzo alla folla vestita di giallo, il Buddha per via del suo aspetto regale, pacifico e radioso.I due assistono ai preziosi insegnamenti del Buddha,ed imparano che la vita è una ininterrotta catena di cause ed effetti.
Alla fine della lezione chiede di essere ammesso tra i suoi seguaci, e cerca di persuadere Siddharta,che tuttavia arriva alle medesime conclusioni di quando ha deciso di lasciare la sua casa e i bramini: l'illuminazione può essere raggiunta solo tramite la ricerca personale, l'esperienza, e non insegnata, neanche da un maestro straordinario e illuminato come lo stesso Buddha. Govinda piange, perchè capisce che è arrivato il momento in cui i due amici prendono strade differenti.
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capitolo 4Mentre si allontana da Govinda, Siddharta realizza che la sua vita è giunta ad una nuova fase, una nuova nascita. Lasciando il più degno degli insegnanti, il Buddha, Siddharta abbandona il mondo dell'insegnamento, poichè la natura del Sè non può essere insegnata. Per rinunciare all'ego si può contare solo su se stessi: ognuno deve essere il maestro di se stesso. Tutto adesso appare nuovo a Siddharta, tutto sembra più puro, anche i colori del fiume e della foresta. capitolo 5
Da solo, semplicemente ascoltando la sua voce interiore, Siddharta impara ad apprezzare la bellezza attorno a lui, che si rivela in tutte le cose del creato, e che prima d'ora è come se fosse stata coperta da un velo. Il mondo adesso appare come agli occhi di un bambino. I giorni passano veloci, ed anche la semplice vista di una scimmia o di un pesce sono causa di stupore e meraviglia.Finalmente si sente di appartenere al mondo.
Siddharta giunge ad un fiume, ed aiuta un barcaiolo. Si ferma per la notte e sogna Govinda. Nel sogno Govinda indossa il vestito giallo degli asceti ed è triste per la partenza del suo amico. Siddharta abbraccia Govinda, ma nell'istante in cui i due si toccano il suo amico si trasforma in una donna, e Siddharta si sdraia sul suo seno, bevendo il suo latte, che ha il sapore di tutte le cose del mondo.
Il mattino seguente, il barcaiolo trasporta Siddharta lungo il fiume, e dice al giovane di imparare dal fiume. Giunti a destinazione Siddharta si dispiace di non poter pagare il barcaiolo, che sente che un giorno Siddharta tornerà da lui,e lo ripagherà: è convinzione del barcaiolo che tutto ritorna, compreso il bene che si fa agli altri. I due si salutano, Siddharta rivede nel barcaiolo il suo amico Govinda, semplice ed obbediente, come um bambino.
Siddharta continua a camminare fino a che raggiunge un villaggio, ed incontra una donna che lava i vestiti. I due si sorridono a vicenda. Siddharta chiede alla donna la strada per raggiungere la città, ed i due iniziano a parlare della vita dei Samana. I due provano desiderio l'uno per l'altro, ma la voce interna di Siddharta lo persuade a fermarsi, e continua il suo viaggi verso la città.
Siddharta arriva in città, dove vede una bellissima donna dallo sguardo intelligente e penetrante. La donna è circontata dalla sua numerosa servitù e viene trasportata dai suoi servi in una portantina. Siddharta e la donna si incontrano con gli occhi e Siddharta vorrebbe seguirla, ma si ricorda della sua condizione di mendicante. In città si informa sul nome della donna: Kamala, una famosa cortigina. Adesso, Siddharta ha un nuovo obiettivo.
In città Siddharta dorme vicino al fiume, aiuta un barbiere che in cambio taglia i suoi capelli e la sua barba, e dopo essersi lavato nel fiume chiede ad uno dei servi di Kamala di poter avere un colloquio con lei. Siddharta chiede a Kamala di poter essere sua amica ed maestra nell'arte dei piaceri carnali. Kamala ride, e risponde che per accontentare i suoi desideri è necessario che lui venga da lei con ricchi vestiti, profumato e con dei doni, solo allora potrà provare a parlare nuovamente con lei. Siddharta promette che ritornerà con quanto richiesto, e chiede consiglio a Kamala su come ottenere tutto ciò. Kamala suggerisce di usare le sue abilità e farsi pagare, e chiede al giovane di quali capacità è in possesso, e Siddharta risponde di essere capace di aspettare, di digiunare e di pensare. Poi si ricorda di essere capace di comporre delle poesie e ne improvvisa una per Kamala, che ne rimane affascinata. Kamala lo bacia, e questo bacio risveglia in Siddharta il desiderio di altri baci in futuro. Kamala chiede a Siddharta come ha intenzione di procurarsi i bene necessari a corteggiarla, e Siddharta risponde di saper scrivere, dote molto rara in quell'epoca. I due sono interrotti da un visitatore, Kamala allontana Siddharta e gli dona un abito bianco.
Il giorno successivo Siddharta torna da Kamala, ed apprende che Kamala ha fissato per lui un colloquio di lavoro con un ricco mercante, e gli consiglia di non essere troppo modesto. Siddharta dice a Kamala ad averla , e che i Samana gli avevano insegnato a focalizzarsi su un obiettivo e ad essere capace di raggiungerlo.
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capitolo 6Siddharta si reca dal ricco mercante, Kanaswami, che chiede il motivo per cui ha abbandonato la sua filosofia di vita ed ha intenzione di mettersi al suo servizio. Chiede inoltre se ha attraversato dei tempi duri. Siddharta risponde che non ha mai attraversato dei tempi duri, perchè quando quando ci si sottopone volontariamente alla durezza, questa non è vera durezza. Il mercante chiede a Siddharta quali sono le sue abilità, e lui risponde di saper digiunare, pensare ed aspettare. All'inizio il mercante non sembra convinto di avere necessità di tali servigi, e chiede al giovane di mostrargli le sue capacità di scrittura. Siddharta scrive un messaggio:
'Scrivere è bene, pensare è meglio. L'intelligenza è bene, la pazienza è meglio.'
Quando il mercante vede che Siddharta è capace di leggere e scrivere perfettamente, lo assume e gli offre un compenso e un posto dove vivere. Siddharta guadagna presto la fiducia del mercante, ed è in grado di procurarsi cibo, di lavarsi e di vestirsi, e di perseguire il suo scopo di corteggiare Kamala, che lo ripaga insegnandogli a fare l'amore e ad essere paziente con una donna. Presto Kamala si rende conto di amare Siddharta, e di desiderare un figlio da lui. Anche Kanaswami è profondamente colpito dalle doti di Siddharta, e cerca di incentivare il suo senso degli affari offrendogli anche la possibilità di guadagnare di più, tuttavia Siddharta non è attratto da questa possibilità, e vede il lavoro come un gioco, con gli occhi di un bambino, e unicamente come un mezzo per stare con Kamala, che tuttavia è consapevole di non poter avere tutto l'amore di Siddharta, giacchè una parte di lui sarà sempre quella che viveva coi samana. Siddharta pensa che forse ciò che che pensa Kamala è vero, e che tuttavia questa è una forma di amore più matura rispetto a quella che provano gli uomini normali, giacchè solo le persone infantili amano completaemnte.
capitolo 7
Mentre gli anni passano e Siddharta diventa sempre più ricco, le qualità che egli aveva sviluppato durante la sua ricerca di se inizia ad affievolirsi, e vengono sostituite da soddisfazioni materiali e dall'avidità e offuscate dai problemi quotidiani e dalla infelicità. Siddharta inizia a sentirsi in ostaggio del piacere, del dolore e dai sensi di colpa. Inoltre inizia a giocare d'azzardo, come reazione di disprezzo verso la ricchezza. Sente se stesso invecchiare ed inizia ad associare il sesso alla morte.
Un giorno beve più del solito e si sente profondamente deluso della vita che stà conducendo.Si addormenta e sogna un uccello canterino che appartiene a Kamala. Nel sogno trova l'uccello morto e lo getta in mezzo alla strada. Inizia a temere di aver gettato via tutta la bontà che vi era in se stesso. Disperato, Siddharta ripensa alla sua vita, e cerca di ricordare il momento in cui è stato veramente felice. Arriva alla conclusione che niente ha davvero valore nella sua vita, neanche i piaceri che Kamala gli procura. Tutto nella sua vita è stato un gioco, e decide di lasciare la sua casa e le sue ricchezze. Kanaswami, pensando che Siddharta sia stato rapito, manda degli uomini a cercarlo. Kamala, invece, capisce come stanno le cose, e rimette in libertà il suo uccello canterino che teneva in una gabbia. Dopo poco tempo, Kamala scopre di aspettare un figlio da Siddharta.
capitolo 8
Siddharta si dirige nella foresta, risoluto a non tornare più alla vita che ha appena abbandonato. Il girovagare di Siddharta è pieno di disgusto e rimorso, tanto che l'idea del suicidio si insinua lentamente in lui. Siddharta si ritrova nello stesso fiume in cui aveva conosciuto il barcaiolo tanti anni prima, e guarda il flusso dell'acqua, e desidera diventare parte di quel flusso. Sente che la sua ora è giunta, e non rimane altro da fare che che dare il suo corpo in pasto ai coccodrilli e alle altre creature del fiume. Si avvicina alla riva, per porre fine alla sua esistenza, ed a questo punto sente un suono dalla sua voce interiore: è il suono dell'OM. Ora Siddharta capisce che distruggere il suo corpo non porrà fine alle sue sofferenze, e si siede, ed esausto, si addormenta.
Al suo risveglio, sente che gli anni sono passati, e nonostante questo la bellezza dell'acqua e dei cieli è immutata. Si sforza di ricordare la sua vita fino a quel momento,tutto sembra così lontano, e si ricorda come la parola OM lo ha abbia salvato, e la pronuncia ancora e ancora, sentendosi di nuovo rinato.
Siddharta vede un monaco vestito di giallo seduto vicino a lui, è Govinda, che non riconosce l'amico a causa dell'invecchiamento. Govinda si presenta dicendo di essere un discepolo di Gautama il Buddha, e spiega di essersi avvicinato per svegliarlo, giacchè il posto in cui è molto pericoloso per via dei serpenti che vi dimorano, ma poi, vedendo quanto profondamente stava dormendo, ha deciso di vegliare su di lui. Siddharta ringrazia Govinda e mentre i due si separano lo chiama per nome. Govinda è felicissimo di rivedere il suo compagno di giovinezza e si sorprende per non averlo riconosciuto. Siddharta lo rigrazie per vegliato su di lui e chiede all'amico dove stia andando. Govinde risponde che non ha una meta, tale è la vita di un monaco. Siddharta risponde che anche lui è in pellegrinaggio, tuttavia Govinda è confuso, per via dell'aspetto ordinato di Siddharta, che ricorda un uomo di città, con i suoi capelli profumati e ricchi vestiti. Siddharta racconta la storia degli ultimi anni, aggiungendo che adesso anche lui è un pellegrino. I due si separano e Siddharta guarda il suo amico partire, pieno di affetto nei suoi confronti. Per Siddharta, ancora una volta, ha inizio una nuova vita, senza nessuna ricchezza materiale, e si sent felice come un bambino.
Presto Siddharta è assalito dalla fame, e ride al ricordo di quando diceva a Kamala le sue tre qualità: aspettare, digiunare e pensare. Adesso sembra che queste qualità lo abbiano abbandonato, a giudicare dalla fame e dalla fatica che compie nel pensare, tuttavia è felice e ride per potersi , ancora una volta, paragonare al fiume che scorre. Sente che la parte di vita vissuta nella ricchezza insieme a Kamala è servita a fargli dimenticare ciò che aveva imparato, facendo di lui nuovamente un bambino, pronto, ancora una volta, ad essere guidato dalla sua voce interiore ovunque il suo percorsa lo condurrà. Aveva bisogno di toccare di nuovo il fondo per poter risalire di nuovo.
Siddharta si chiede quale parte di lui sia morta oggi, per non sentire più il desiderio del suicidio: la risposta è il suo ego.
capitolo 9
Siddharta adesso sa di appartenere al fiume, e cerca di trovare il barcaiolo che era stato così gentile nei suoi confronti. Questo è il modo di iniziare una nuova vita. Osserva il movimento dell'acqua ed ascolta la sua voce: ogni momento della vita del fiume è nuovo. E' consapevole che l'uomo che gli ha svelato i segreti del fiume, deve sapere anche molte altre cose. Uno di questi segreti è la costanza dell'acqua: scorre sempre, ma non finisce mai.
Nonostante sia terribilmente affamato, ha la forza di trovare il barcaiolo, il suo nome è Vasudeva. Chiede al barcaiolo di trasportarlo lungo il fiume. Non ha soldi con se e chiede di accettare i suoi vestiti come ricompensa. Il barcaiolo accetta. Inoltre, Siddharta chiede al barcaiolo se può diventare il suo aiutante. Vasudeva accetta, ed offre di nuovo a Siddharta di condividere la sua capanna e il suo cibo. Siddharta mangia un piatto di pane e mango e racconta la sua vita, ed è sorpreso dalla sorprendente abilità di ascolto del barcaiolo, senza giudicare. Siddharta chiede al barcaiolo di insegnarli l'arte di ascoltare, e Vasudeva risponde che non può insegnare, ma che può aiutarlo ad imparare dal fiume come essere dovoto e come ascoltare.
Vasudeva parla raramente, ma i due uomini lavorano insieme con profitto e si concentrano sull'ascolto del fiume. Siddharta impara così che la sorgente e la fine del fiume operano insieme, ed impara a vedere allo stesso modo al sua vita, come un tutt'uno. Soprattuto, impara che il fiume esiste solo nel presente, proprio come la vita. Ogni cosa esiste solo nel presente. Ascoltando lo scorrere del fiume Siddharta sente la sacra parola OM venire ripetuta in continuazione. I due continua a vivere gioiosamente lungo il fiume, raccontando le loro storie e facendosi compagnia nel silenzio. I passeggeri spesso gli scambiano per due fratelli.
Un giorno Siddharta viene a sapere da un viaggiatore che Gotama il Buddha è gravemente malato e presto morirà. Anche Kamala si è unita ai seguaci di Buddha e stà compiendo il suo pellegrinaggio alla ricerca dell'uomo illuminato. Essa riposa sulla riva con suo figlio, che è stanco e vuole mangiare. Mentre i due riposano, Kamala è morsa da un serpente. Vasudeva sente le urla e la soccorre, conducendola nella sua capanna. Siddharta la riconosce, e capisce che il ragazzo è suo figlio. Quando Kamala si risveglia, riconosce Siddharta e lo vede profondamente cambiato, e subito dopo muore. Siddharta siede vicino al corpo moglio per molto tempo, poi ascolta la voce del fiume. Mentre soffre è consolato dalla voce del fiume, ed è felice di avere con seuo figlio.
siddharta riassunto capitolo 10
Il giovane Siddharta è addolorato per la perdita di sua madre. Siddharta lo tratta con rispetto, sebbene capisce subito che il ragazzo è viziato ed avvezzo ad un tenore di vita elevato.
Siddharta si sforza di ottenere l'amore di suo figlio con gentilezza, tuttavia i suoi sforzo sono vani. Inoltre, Siddharta è consapevole di non poter tramettere la sua saggezza , poichè certe cose non possono essere insegnate o trasmesse, ma solo acquisite tramite esperienza diretta.
Il giovane non sopporta la vita lungo il fiume e decide di partire. Il dolore di Siddharta è fortissimo,teme che suo figlio, tornando in città, soccomba ai piaceri della vita, ma non può modificare il destino di suo figlio.
Nonostante il parere avverso di Vasudeva, Siddharta va alla ricerca del giovane, poichè teme per la sua sicurezza. Prima lo cerca nella foresta, quindi giunge alla città e si ferma nel luogo in cui vide per la prima volta Kamala. Rivive i momenti della sua vita e sente un vuoto dentro di lui. Il barcaiolo è dispiaciuto di vedere il suo amico soffrire, ma è consapevole che presto supererà questa sofferenza. Presto Siddharta rinuncia a seguire suo figlio, e realizza che anche lui troverà la sua strada.
Mentre Siddharta ascolta la sua voce interiore, in meditazione, un monaco gli offre del cibo, ma Siddharta, come in uno stato di trance, non se ne avvede. Arriva anche Vasudeva, Siddharta lo saluta calorosamente ed i due ritornano alla loro vita nel fiume, senza parlare del ragazzo.
capitolo 11
LA ferita per la perdita di suo figlio è dolorosa, e ci vuole tempo prima che si rimargini. Siddharta adesso vede le famiglie che attraversano il fiume con occhi diversi. Adesso li capisce e ne è invidioso. Adesso sente come un senso di affinità verso le persone normali, e capisce le loro preoccupazioni, e non trova più differenza tra le persone infantili e i pensatori alla ricerca di se stessi, l'unica differenza che vede è nella coscienza. A volte Siddharta dubita anche dell'importanza di questa coscienza, arrivando a vedere queste persone infantili (che conducono una vita normale) come superiori, con la loro cieca devozione alle persone che amano.
Un giorno Siddharta pensa di andare in città alla ricerca di suo figlio, ed in quel momento ricorda che egli stesso aveva abbandonato la sua casa proprio nel modo in cui suo figlio aveva lasciato lui. Sente il fiume ridere della ripetizione dei cicli e dei percorsi della vita. Decide di tornare da Vasudeva e di confidarsi con lui. I due parlano di cose di cui non avevano mai parlato prima, anche delle cose più imbarazzanti, come l'invidia di Siddharta nei confront delle famiglie con viaggiatori. Siddharta trova conforto nell'ascolto del barcaiolo. Siddharta sente che Vasudeva si è trasformato nel fiume stesso, nell'eternità stessa, ed è diventato esso stesso è una divinità.
Vasudeva porta Siddharta al fiume e gli dice che c'è ancora qualcosa che non ha sentito. Sotto la guida dell'anziano amico, durante l'ascolto appare una visione: i volti solitari di suo padre e di suo figlio, ed il suo stesso volto e quelle dei suoi amici. Le immagini si mescolano con la voce del fiume, adesso dal fiume si odono migliaia di voci, e Siddharta sente la sua anima immergersi nell'unità. Vasudeva tocca la spalla di Siddharta.
Adesso che Siddharta ha raggiunto l'illuminazione Vasudeva considera il suo compito terminato, e progetta di lasciare il fiume per raggiungere l'unità di tute le cose. Vasudeva lascia a Siddharta il suo posto di barcaiolo.
capitolo 12
Un giorno Govinda, mentre riposa insieme agli altri monaci, sente il rumore del saggio barcaiolo e decide di andare a visitarlo. Govinda è ancora alla ricerca dell'illuminazione, che con il suo percorso di vita non è riuscito ad ottenere nonostante l'affannosa ricerca. Giunto dal barcaiolo non si accorge che egli è Siddharta, e chiede consiglio al barcaiolo. Siddharta dice a Govinda che rincorrendo un obiettivo con troppo affanno, sta perdendo l'obiettivo e tutto il resto, e che il modo migliore per raggiungere l'obiettivo è aprirsi. Govinda è confuto, e Siddharta Cita l'esempio di quando il suo amico non lo aveva riconosciuto mentre vegliava su di lui per proteggerlo dai serpenti, mentre dormiva lungo il fiume, e govinda è di nuovo stupito di non avere, ancora una volta, riconosciuto il suo amico.
Il mattino seguente, Govinda chiede a Siddharta se segue una dottrina, ed il suo amico gli risponde che, sebbene abbia molti maestri( e per maestri intende le persone importanti che ha incontrato nella vita,( come il mercante e lo stesso Govinda, il barcaiolo, che è il maestro più importante, etc), non segue nessuna dottrina. Inoltre, spiega all'amico la sua credenza secondo cui mentre la conoscenza non può essere trasmessa ed insegnata, questo non è possibile per la saggezza. Siddharta continua a parlare delle cose che ha imparato lungo il suo cammino: in ogni verità anche il suo opposto è anche verità, che il tempo è una illusione (e con la buona meditazione è possibile rimuovere il tempo fermandosi nel attimo presente, il quì e ora) e che la sofferenza è necessaria per imparare, e che non vi è nessuna divisione tra il mondo e la perfezione.
Siddharta spiega all'amico l'impossibilità di ottenere l'illuminazione cercando nelle parole e nei pensieri e cita l'esempio del barcaiolo che ha raggiunto tale stato senza i libri. Govinda è confuso, e prima di ripartire chiede all'amico un'ultimo ocnsiglio. Siddharta dice a Govinda di baciarlo nella fronte. Govinda lo bacia ed improvvisamente vede un infinito e continuo flusso di immagini, persone, cose gioiose e dolorose che si mescolano tra loro: grazie all'amore di Siddharta, in quel momento anche Govinda vive l'esperienza del Nirvana. Govinda riconosce nell'espressione di Siddharta il volto radioso di un Buddha e si inchina per venerarlo.