sonetto 116 traduzione
Non sia mai ch'io ponga impedimenti all'unione di anime fedeli;
Amore non e' Amore se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore e' un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore e' sconosciuto, benche' nota la distanza.
Amore non e' soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore
o settimane,ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:
se questo e' errore e mi sara' provato,Io non ho mai scritto,
e nessuno ha mai amato.
testo del sonetto 116
Let me not to the marriage of true minds Admit impediments.
Love is not love Which alters when it alteration finds,
Or bends with the remover to remove: O no! it is an
ever-fixed mark That looks on tempests and is never shaken;
It is the star to every wandering bark,Whose worth's unknown,
although his height be taken.Love's not Time's fool,
though rosy lips and cheeks Within his bending sickle's
compass come:Love alters not with his brief hours and weeks,
But bears it out even to the edge of doom. If this be error
and upon me proved,I never writ, nor no man ever loved.
sonetto 116 shakespeare
analisi sonnet 116Il sonetto 116 descrive l'amore nella sua forma più ideale. E' elogiare le gioie degli amanti che sono arrivati l'uno all'altro liberamente ,ed entrano in una relazione basata sulla fiducia e la comprensione.
Le prime quqttro righe rivelano il piacere del poeta nell'ammirare l'amore che è costante e forte, e che non cambiera quando avverranno dei cambiamenti che proveranno a scuoterlo, proveranno a farlo cadere. Le righe seguenti proclamano che il vero amore un è faro sempre fisso "ever-fix'd mark" che sopravviverà per sempre alle crisi.
Nelle righe sette e otto, il poeta afferma che forse possiamo essere capaci di misurare l'amore al grado più estremo, ma questo non significa che lo comprendiamo pienamente . L'effettivo valore dell'amore non puo' essere conosciuto : rimane un mistero.
Le righe che rimangono della terza quartina ,riaffermano la natura perfetta dell'amore,che è incrollabile e resiste alle intemperie del tempo, e rimane così anche fino al giorno estremo del giudizio e ,quindi ,alla morte ("ev'n to the edge of doom").
Nelle ultime due righe Shakespeare ,tramite il protagonista dei sonetti (il poeta) dichiara che se dovesse sbagliarsi a proposito della natura costante,inamovibile e perfetta dell'amore, allora e come se non avesse mai scritto, ovvero rinnegherebbe tutto quello che ha scritto in precedenza riguardo a questi temi e a quelli della verità e dela fede. Inoltre,aggiunge che se lui dovesse aver sbagliato così tanto nel giudicare e descrivere l'amore, allora nessun uomo ha mai veramente amato, nel senso profondo descritto dal poeta. Insieme al sonetto 18 e al sonetto 130 ,il sonetto 116 e' uno dei sonetti piu' noti.
La definizione di amore che esso fornisce è ancora oggi tra le piu' citate. Essenzialmente, questo sonetto presenta l'ideale estremo di amore romantico: è immutabile, non cambia, non sbiadisce. Sopravvive alla morte e non ammette difetto.
Quello che da a questa poesia il suo potere retorico ed emozionale non è la sua complessità, piuttosto, è la forza della sua convinzione linguistica ed emozionale.
Il linguaggio del sonetto 116 non è eccezionale per le sue immagini o le sue metafore.
Infatti, le sue immagini, soprattutto nella terza quartina (Amore non e' soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama) sono piuttosto comuni dentro il corpo dei sonetti di shakespeare, e la sua maggiore metafora (l'amore e' una stella guida) non è certo sorprendente per la sua originalità. E' il linguaggio, quindi, ad essere straordinario in questo sonetto, in cui viene discussa la passione dell'amore in una struttura retorica molto intensa e ben disciplinata.
Con un perfetto controllo del ritmo e variazione di tono: il pesante equilibrio tra il “Love’s not time’s fool” (l'amore non e' soggetto al tempo) al declamatorio “O no” . Il risultato e' che ,nel tono del poeta ,la passione sempra avere la meglio ed e' piu' impellente della moderazione .
sonetto 116
nota biografica
L'autore del sonetto 116 proviene da una piccola cittadina chiamata Stratford on avon ,dove nasce il giorno 23 aprile nell'anno 1564. Shakespeare e' considerato da tutti il poeta nazionale dell'inghilterra, e ,di fatto, le sue opere sono tra le piu' lette di tutti i tempi. Anche ai giorni nostri,i suoi lavori costituiscono la base delle arti del cinema e del teatro e ,citati continuamente , sono stati tradotti in ogni in ciascuna lingua conosciuta nel mondo.Poco si sa della vita dell'autore del sonetto 116,e le poche notizie che ci sono arrivate sono spesso lacunose. William Shakespeare proviene da una famiglia agiata,che gli permise di frequentare delle scuole eccellenti , avendo cosi' la possibilita' di apprendere le lingue del passato,come il greco e il latino,oltre che leggere autori che avranno una notevole influenza sul bardo (su tutti Ovidio , Plauto,Seneca) .
Non si iscrisse ne frequento' alcuna universita' ,e questo ad alcuni studiosi ha acceso il dubbio che il corpo di opere di solito attribuito a William Shakespeare,sia stato scritto da un'altra persone ,se non da un gruppo di scrittori,secondo il ragionamento che un corpo di opere cosi' perfetto non puo' essere stato scritto da una persona priva di studi universitari. Nell'anno 1852 william convola a nozze con una donna attraente,che ha sette anni piu' di lui,forse un matrimonio utile a riparare la gravidanza di lei . William e Anne avranno tre figli,uno dei quali mori' alla tenera eta' di undici anni.
Shakespeare si trova ,con relativa certezza, a Londra durante gli ultimi anni del secolo sedicesimo,e qui' ha gia' scritto parte dei suoi capolavori teatrali e, aprofittando della chiusura dei teatri (dovuta alla peste) i suoi poemi, nonche' la prima parte della stesura dei sonetti. La notorieta' di William era dovuta ,all'inizio ,ai poemi,visto che chi scriveva opere teatrali era considerato un autore non degno di fama.
In seguito il bardo investi' i suoi averi nel business del teatro ,dove era attivo sia come autore che come attore ,nonche' come socio della compagnia e del teatro dove si recitavano i plays ,all'epoca uno dei teatri piu' importanti della capitale inglese : il Globe . Londra era la citta' ideale per chi lavorava nel mondo del teatro ,in quanto all'epoca la maggioranza dei londinesi frequentava i teatri regolarmente .
Durante la vita ,ed anche dopo la sua morte le commedie e le tragedie di William Shakespeare hanno conosciuto una incessante fortuna ,e sono state sempre rappresentate . Tali opere (assieme ale altre opere costituenti il 'teatro elisabettiano' sono ritenute pari a quelle dei grandi classici greci del V sec a.c. A partire dal 1608 il bardo inizio la ricerca di una esistenza felice e distaccata ,tornando spesso alla sua cittadina natale,dove mori' il 23 aprile (lo stesso giorno del suo compleanno) del 1616, e sepolto nella chiesa della sua citta' natale.