Oliver Twist trama
La storia racconta le vicende di un bambino orfano, Oliver Twist, che cresce in un orfanotrofio dell’Età Vittoriana, una workhouse, nella città immaginaria di Mudfog. La vita all’interno della workhouse è difficile: i bambini sono malnutriti e maltrattati, al punto che, dopo tre mesi di digiuno, decidono di ribellarsi e tirare a sorte un nome tra loro che andasse a chiedere una porzione di zuppa in più.Viene sorteggiato Oliver che, timoroso, si dirige verso il direttore Mr. Bumble. Questo gesto costa caro a Oliver, il quale viene rinchiuso in una cella, picchiato e dato in adozione come apprendista al becchino Mr. Sowerberry. Nella nuova casa, Oliver deve fare i contri con altri maltrattamenti, soprattutto da parte della moglie, e con la competizione di un altro apprendista, Noah Claypole.
Un giorno Noah gli insulta la madre e, dopo una violenta lite, Oliver scappa dalla casa e si dirige verso Londra per cercare una vita migliore, rispetto a quella avuta fino ad ora. A Londra, Oliver è spaesato e incontra un ragazzo suo coetaneo di nome Jack Dawkins, conosciuto come “Artful Dodger”, il quale gli offre di andare a vivere insieme a lui nella casa di Fagin, un vecchio signore che addestra i ragazzini orfani a diventare borseggiatori per conto suo.
Durante un’uscita, Dodger e un altro ragazzo rubano un fazzoletto a un signore di nome Mr. Brownlow, il quale si accorge immediatamente del furto e inizia a rincorrerli. Oliver, a differenza degli altri due, è lento e viene raggiunto e consegnato alla polizia, che lo arresta.
Mr. Brownlow si rende conto però che Oliver in realtà non è colpevole del reato e decide di prendersi cura di lui. Preoccupato che Oliver possa incriminare lui e la banda, Fagin manda Nancy, una prostituta, e il suo amante rapinatore Bill Sikes, alla ricerca del ragazzo per riportarlo al covo. Tornato da Fagin, Oliver è in una nuova missione di furto insieme a Sikes, ma anche questa senza successo: Sikes riesce a fuggire, Oliver invece rimane ferito al braccio e viene curato dalla signora Maylie che avrebbe dovuto rapinare.
Fagin riprogetta, insieme a un ragazzo di nome Monks, che si scopre essere il fratellastro di Oliver, di rapirlo e ucciderlo. Nancy, con i sensi di colpa per avere un ruolo nel rapimento del bambino, spia di nascosto i progetti di Fagin e Monks e passa le informanzioni alla signora Maylie, la quale riferisce tutto a Brownlow.
Fagin viene a conoscenza delle mosse segrete di Nancy e avvisa Sikes , il quale la picchia a morte, e poco dopo rimarrà impiccato accidentalmente, mentre tenta di fuggire.
Per la banda è finita: Fagin viene arrestato e condannato al patibolo; il signor Brownlow fa arrestare Monks, il quale rivela la vera identità a Oliver e la ricca eredità lasciata dalla madre, e scappa in America; il resto dei ragazzi, tranne Dodger, si allontanano dalla malavita, vivendo finalmente una vita onesta.
Oliver invece viene accolto e cresciuto come un figlio dal signor Brownlow e dalla signora Maylie.
Commento Oliver Twist
Scritto dopo la promulgazione della “Poor Law” del 1834, che bloccava l’assistenzialismo ai poveri, a meno che non entrassero nelle workhouses, “Oliver Twist” (“Oliver Twist; or the Parish boy’s Progress”) è uno dei maggior lavori di Charles Dickens, il secondo dello scrittore britannico.Pubblicato nel 1838, uscito inizialmente a puntate mensili sulla rivista “Bentley’s Miscellany”, tra il 1837 e il 1839, il romanzo ha assunto sin da subito un importante potere sociale, in quanto porta alla luce le condizioni di vita dei poveri e degli orfani all’interno delle workhouses, raccontando le mille contraddizioni della società in cui vive Dickens, con una forte predominanza del racconto “anti-romantico” sulla vita dei criminali e dei poveri, i veri protagonisti del romanzo, contrastando un genere letterario molto apprezzato in quegli anni, il “Newgate Novels”, che raccontava le storie affascinanti di criminali, filtrate dal velo letterario che li elevava a miti popolari e romantici.
Lo stesso “Oliver Twist” venne inquadrato, erroneamente, in questa corrente, ma Dickens non santifica i suoi criminali, li lascia agire e vivere incontrollati, quasi protetti, nella società vittoriana del primo ‘800, la stessa che li opprime e li imprigiona in una legge sociale dal quale non si può cambiare. Il personaggio di Oliver, in particolare, è un anti-eroe, un protagonista atipico per i personaggi.
Egli infatti non è un partecipante attivo nella formazione del proprio destino e finisce per diventare, nel corso del romanzo, oggetto di contesa tra le varie forze avversarie.
L’unico momento in cui Oliver agisce è quando decide di fuggire dalla schiavitù del becchino Sowerbarry, da lì in poi sarà sempre conteso tra Fagin, il signor Browlnow e la signora Maylie. Oliver emerge come una figura oscura e irrealizzata e la nostra conoscenza del suo personaggio proviene in gran parte da Dickens.
L’educazione dura e repressiva del ragazzo lo ha fatto cedere e desiderare di compiacere; quando viene gettato alla deriva nel mondo, è completamente privo di difese contro i personaggi crudeli e senza scrupoli: viene sfruttato e maltrattato da Mr. Bumble nella workhouse; la moglie del becchino Sowerberry gli impone la sua superiorità morale e sociale, da perfetta matrona; Fagin lo addestra minuziosamente per entrare nel suo esercito di scagnozzi.
Oliver assume così il ruolo di emblema dei suoi tempi, perfetta immagine di una realtà oppressiva, che nonostante le varie risoluzioni sociali a termine della storia (l’arresto e la condanna di Fagin e Monks, la morte di Sikes e la caduta in disgrazia dei Bumble), non si arriva mai alla repressione di tutti i mali, ma al contrario, tutto ritorna perfettamente dove era cominciato: si ristabilisce l’ordine morale e civile dell’Inghilterra Vittoriana, governata da un darwinismo sociale, in cui i poveri e i più deboli vengono schiacciati e umiliati dai padroni, e il potere esercitato da quest’ultimi cancella tutto ciò che è contro il sistema.
In poche parole, per Dickens nulla cambierà: esisterà ancora un Bumble che nelle worhouses maltratterà e sfrutterà i tanti orfani e poveri inglesi, appoggiato e impunito dalla magistratura e dal regno stesso; così come continuerà ad esistere la signora Sowerbarry, con i suoi modi casalinghi da perfida matrigna di Biancaneve, continuerà ad esistere anche Sikes, che picchierà la sua ragazza, Nancy, per il fatto di aver denunciato le sue malvagità; e in quest’ordine morale non scomparirà nemmeno Fagin, Monks, né il signor Browlnow o la signora Maylie, né tantomeno lo stesso Oliver, che andrà ancora alla ricerca della propria identità e della propria fortuna in mezzo alle campagne inglesi, fuggendo da una condizione di oppressione e maltrattamento a un altro, e soprattutto dal essere “premio” di contesa.
Le illustrazioni delle complicazioni e del loro dipanarsi sono realizzate da Dickens in un complesso mosaico di retroilluminazioni, animando a un livello vivace la suspence e l’interesse del lettore. In questa perfetta geometria di incastri tutto assume un valore simbolico, persino i particolari dei gesti dei personaggi suggeriscono aspetti del loro carattere: la passione di Mr. Bumble per il suo cappello a tre punte serve a illuminare la sua devozione a una tradizione di status e potere.
Dickens è consapevole della potenza sociale di “Oliver Twist”: cerca di scoperchiare un “vaso di Pandora”, che affonda le propria radici da molti secoli prima della Regina Vittoria, e tuttora presenti in Inghilterra, dove certe superiorità sociali non sono ancora state superate, con l’obiettivo di smuovere le coscienze inglesi.
Morale Oliver Twist
Come in molti romanzi del primo ‘800, anche in “Oliver Twist” la storia cresce in un climax, per poi evolversi in un condizione positiva, con la risoluzione del male e la vittoria delle forze del bene, ma la sua grandezza è data da una forte componente morale, sapientemente inserita da Dickens nella sua denuncia sociale.“Oliver Twist” è ambientato nel pieno dell’Età Vittoriana, un’epoca controversa in cui dietro un’apparente moralità esterna, atta a reprimere la libertà sessuale, la tolleranza del crimine, vi furono dei fenomeni di prevalenza sociale come ad esempio la prostituzione e il lavoro minorile, nascosti da un codice etico conosciuto come “moralità vittoriana”.
Tutte le contraddizioni dell’Inghilterra del primo ‘800 emergono sin da subito nel romanzo di Dickens: nelle borgate della città incontriamo orfani, ladri, assassini e prostitute. L’evidente differenza tra le classi sociali viene abilmente cancellata da Dickens e la particolarità della morale dickensiana sta proprio nel fatto che essa appartiene a tutti i personaggi, buoni e cattivi, del racconto, senza una distinzione marcata, che porti a una classificazione etica e morale tra le contrapposizioni in campo.
Il lettore è in grado di captare questo grazie al diverso background dei personaggi, che nonostante un loro improbabile incrocio di strade, tutte sono inesorabilmente attratte nella stessa rete di circostanze. Nessuno per Dickens è al sicuro dall’essere influenzato dalle azioni degli altri, e le complicanze che ne derivano contribuiscono ad arricchire il racconto con mistero e suspence.
Per tutti questi motivi, la moralità in “Oliver Twist” è da ricercare attraverso la compassione e la crescita umana dei diversi personaggi, aspetti che nella comunità descritta sono impossibili: i poveri sono trattati come cani pigri, inadatti a vivere all’interno della società.
Lo stesso Oliver nell’Inghilterra Vittoriana ha un destino segnato e più volte si sente ripetere che finirà per diventare una vittima della forca, e così anche tutti gli orfani e i poveri delle workhouses che, influenzati dagli innumerevoli pregiudizi della società, finiscono per condurre una vita criminale, cercando di sopravvivere all’interno di un mondo che non li vuole.
Dickens sottolinea come queste gravi condizioni dei bisognosi siano gli effetti collaterali della “Poor Law”, mascherate dalla “moralità vittoriana”, e sin da subito lo scrittore inglese chiama il lettore a una riflessione morale, alla compassione, affinché qualcosa migliori.
La società influenza tutti i personaggi nel loro agire, tranne Oliver, presentato come una tabula rasa, puro e ingenuo: i personaggi moralmente buoni, tendono a provenire da una famiglia benestante e amorevole, con saldi principi; mentre i personaggi malvagi, sia quelli appartenenti alla mala vita, come Fagin e Bill Sikes, sia quelli subdoli, come Mr. Bumble, agiscono esclusivamente per loro interesse, guidati dall’egoismo.
La sfida che apporta Dickens nei confronti del lettore non sta sul significato dell’influenza sociale, quanto piuttosto nel forte parallelismo presente tra i personaggi poveri e i personaggi della legge.
In questa comparazione vi è la costruzione di micro comunità, le quali in entrambe i casi non sono durature e si sfaldano nel breve tempo: Fagin alleva come un maestro i suoi giovani orfani, fino a quando sono in grado di procurargli gli oggetti rubati; Mr. Bumble corteggia la signora Corney non per amore, ma perché conta di avere i suoi beni.
La comparazione tra le due diverse classi sociali non riguarda esclusivamente ripercussioni negative nella società vittoriana descritta, come la corruzione e l’illegalità, ma Dickens la effettua con il tema morale principale in “Oliver Twist”, ovvero la già citata compassione e la redenzione, aspetti umani che possono raggiungere tutti i personaggi, indipendentemente dalla classe di appartenenza e dal sesso.
L’autore inglese, in questo senso, contrappone apertamente il personaggio di Nancy, la prostituta e borseggiatrice, e Rose Maylie, la donna che accoglie Oliver nella sua casa, e attua la comparazione partendo dal contesto sociale in cui le due donne sono cresciute: Nancy ha vissuto in un mondo criminale, fatto di interessi e sfruttamento; mentre Rose proviene da una famiglia amorevole e benestante.
Nancy e Rose sono una lo specchio dell’altra, Dickens suggerisce implicitamente che l’una poteva facilmente diventare come l’altra, se solamente fosse cresciuta all’interno di una comunità diversa da quella nella quale è nata, ma entrambe sono accomunate da un sentimento materno verso Oliver, aiutandolo a scappare e a salvarsi dalle grinfie della criminalità inglese, dal pericolo del carcere e soprattutto dal destino segnato.
È proprio questo l’ultima illustrazione morale di Dickens in “Oliver Twist”: nessuno è intrinsecamente malvagio, ma tutti i personaggi che animano e popolano all’interno dell’Inghilterra del primo ‘800 possono fare molto per cambiare i canoni che governano la società vittoriana e migliorare il mondo in cui vivono e agiscono, attraverso la loro redenzione e compassione.
Oliver Twist Analisi
analisi dei Temi principali Oliver Twist
In “Oliver Twist” Dickens esplora tutte le diverse contraddizioni e lotte sociali che animano l’Inghilterra del ‘800, sotto il regno della Regina Vittoria, in un quadro riccamente sviluppato di eventi e problemi, e in cui la risoluzione è data solo con la compassione.Il tema predominante è la lotta che il personaggio di Oliver deve affrontare nel corso di tutta la storia narrata, sfide che non sono diverse da quelle che devono affrontare anche gli altri personaggi, e solo rimanendo fedeli a se stessi alla fine possono trionfare sul male che ostacola la vita nella società.
Infatti, anche se le situazioni negative accadono alle brave persone, per Dickens è la bontà, che alberga all’interno di ogni personaggio, che dà la speranza di superare e vincere il male, anche nelle situazioni che non lasciano probabilità.
La vita di Oliver è in costante lotta con il suo destino e con le diverse avversità che incontra. Sin da quando è nato ha dovuto affrontare questi ostacoli: è diventato orfano e ha dovuto subire la durezza e le terribili condizioni all’interno della workhouse. Da queste premesse, il lettore può anticipare il futuro del ragazzo, ovvero un’esistenza criminale, tra furti, omicidi e carcere.
Eppure, anche quando Oliver si imbatte in una banda di borseggiatori, la sua innocenza da fanciullo traspare ancora, entrando in empatia col lettore, che lo osserva con un occhio diverso e non accusatorio, persino quando commette il furto, agendo più per paura di ciò che potrebbero fargli Fagin e Bill Sikes se avesse rifiutato, piuttosto che di vocazione criminale.
Oliver è la definizione per eccellenza di bontà e innocenza: rifiuta di essere corrotto, anche se viene continuamente messo alla prova da personaggi come Noah Claypole, Jack Dawkins, Fagin e Bill Sikes, ma lui resiste.
Oliver, inoltre è un protagonista atipico. A differenza dei romanzi del periodo, che si basavano su ciò che il personaggio principale impara, Oliver non cambia, rimane pressoché sempre se stesso. Nel corso del suo viaggio, incontra altri personaggi, influenzandoli con la sua eterna bontà e empatia, con la narrazione che è guidata da ciò che il protagonista vive: la lotta e la vincita sulle forze negative della storia.
Il conflitto e la risoluzione sono perciò dei tratti distintivi del romanzo, all’interno del quale possiamo incontrare due lotte principale: quella tra Monks e Oliver e tra Fagin e Bill Sikes, con Fagin che rimane coinvolto in entrambe, diventando anche l’agente le cui decisioni innescano le due linee di azione inevitabili, che successivamente convergeranno.
La crisi dei conflitti di Oliver non comporta alcun desiderio significativo da parte sua e il furto con scasso fallito alla signora Maylie è il culmine delle sue disavventure. È un punto di svolta e da lì in poi le sue fortune migliorano, con la risoluzione che arriva grazie al trionfo del signor Brownlow su Monks, con quest’ultimo che è costretto a rivelare la verità a Oliver.
La rivalità tra Fagin e Bill Sikes, invece, nasce quando Fagin progetta di ucciderlo, ordinandogli di spiare Nancy, con l’azione che culminerà con l’uccisione della ragazza. Questo episodio trascina l’intera compagnia in un vortice di eventi che li porterà alla rovina, con l’epilogo di Bill Sikes che rimane vittima del suo cappio.
Il lavoro di Dickens non è fine a se stesso, e, diversamente dalle altre produzioni, in “Oliver Twist” la denuncia rimane sempre viva e forte, mettendo in luce la triste verità dei poveri, e in particolare gli orfani, visti dalla società come un peso e quindi come un problema per tutti.
A differenza di “A Christmas Carol” (1843), i poveri non sono rappresentati come buoni, innocenti e sfortunati, ma come ladri, assassini e prostitute, togliendo il filtro del romanzo e della fantasia, fotografando nei minimi particolari i suoi tempi. Analizzando attentamente il romanzo, tutti i personaggi sono uguali e come il lettore poteva incontrarli per la strada, eccetto Oliver, l’unico che rimane ancora incontaminato da quel mondo.
Questo porta il lettore a simpatizzare con la figura di Oliver, ma anche con il personaggio di Nancy, con l’obiettivo di Dickens di mostrare che le vicende dei poveri riguardano lo stesso lettore, in quanto finirà per pagare i loro guai.
È proprio da questo punto di vista che viene mostrata l’incapacità del sistema educativo, contrapponendo l’eduzione e la vita lavorativa dei bambini cresciuti nelle workhouses e quelli cresciuti nelle strade di Londra, riconoscendo alla “Poor Laws” un’importante funzione sociale, seppur con mille contraddizioni.
Essa infatti permetteva di togliere dalla strada milioni di bambini orfani, salvandoli dalla criminalità, dall’indolenza e dall’alcolismo, garantendo un insegnamento quotidiano, con lezioni su argomenti scolastici e sulla crescita personale.
I contrasti educativi portati avanti da Dickens nel corso del romanzo vengono marcati dal particolare utilizzo del linguaggio, che da un punto di vista stilistico li rende ancor più ricchi e vividi. Possiamo notare, per esempio, che Oliver e il piccolo Dick, il compagno di stanza della workhouse, insieme al quale è stato picchiato, hanno una grande abilità linguistica; mentre l’Artful Dodger è di difficile comprensione anche per un anglofono standard.
In questo modo, Dickens evidenzia i fallimenti dell’approccio educativo inglese. Il linguaggio di Oliver e di Dick illustra i risultati di un’istruzione di successo, quella fornita dalle workhouses, mentre il linguaggio di Dodger evidenzia questo fallimento.
Ma per Dickens è solo un pretesto: è vero che il linguaggio contrastante di Oliver e di Dodger mostra l’importanza e la necessità dell’istruzione, suggerendo le potenzialità delle workhouses, ma è attraverso una sottile satira e ironia che lo scrittore inglese espone i fallimenti del sistema, portando alla luce l’orrore delle condizioni di vita che i bambini inglesi poveri subiscono, siano essi bambini degli orfanotrofi o bambini di strada, chiamando il lettore a una necessaria, quanto prima, azione sociale per riformare l’istruzione britannica e il sistema delle workhouses.
La critica di Dickens non si ferma al sociale e prosegue anche a livello giuridico, evidenziando come la giustizia vittoriana sia anch’essa contradditoria e incostante: per esempio Fagin viene condannato alla pena capitale; Bill Sikes non verrà mai arrestato e muore accidentalmente; mentre Oliver viene accusato ingiustamente, finendo sotto processo.