demian hermann hesse: trama
“Demian” descrive le riflessioni di Emil Sinclair, su un periodo della propria giovinezza, dall’ età di dieci anni fino alla maggiore età.Il protagonista narra diversi episodi della propria infanzia e adolescenza, che lo hanno condotto ad un profondo cambiamento nella concezione di sé stesso e del mondo. I racconti degli avvenimenti più significativi di questo periodo sono intervallati da un susseguirsi di riflessioni intime e di impressioni personali.
Emil Sinclair è da sempre cosciente della duplicità del mondo, dei suoi due aspetti antitetici: quello luminoso, che ritrova nella vita familiare, onesto e rispettoso della legge e della religione, e quello oscuro, che appartiene al vizio, all’alcolismo ed agli eccessi, come la follìa ed il crimine. Emil sente di essere attratto da quest’ultimo in cui le passioni sono intense e intorno a questo dilemma ruota tutto il suo percorso di crescita.
Quando Emil Sinclair ha dieci anni si verifica un primo episodio significativo. Egli inventa una storia sul furto di alcune mele e viene poi ricattato da Franz Kromer un ragazzo senza scrupoli che lo perseguita con le sue minacce. Non avendo abbastanza soldi per ripagare Kromer, Sinclair è costretto a rubare ed è sottoposto a continue umiliazioni.
In questo contesto entra in scena Max Demian, un nuovo compagno di scuola, leggermente più grande di Emil, ma dall’età indefinità e sorprendentemente maturo. Un giorno, dopo le lezioni, avvicina Sinclair e gli presenta un'interpretazione della storia di Caino e Abele che sconvolge il ragazzo. Gli descrive una narrazione in totale contraddizione con la storia cristiana tradizionale di cui Sinclair è stato nutrito nel corso della sua educazione e la nuova idea di aprirsi al mondo sconosciuto del male, lo eccita.
Demian intuisce che Emil è vittima del potere criminale di Kromer ed interviene segretamente, convincendo Kromer a mettere fine ai tormenti e ai ricatti nei confronti di Sinclair, liberandolo così dal giogo che lo opprime. Sollevato dalla fonte delle sue tensioni, Sinclair abbandona Demian e si rifugia nella vita familiare.
Segue lo sviluppo della crescita di Emil Sinclair, che dolorosamente si libera dal guscio della vita infantile e si apre alla difficile fase della pubertà e dell’adolescenza con un continuo interrogarsi sul senso del bene e del male.
Emil Sinclair e Max Demian sono legati da una profonda amicizia e fratellanza spirituale e si incontrano varie volte nel corso degli anni e ogni volta questi incontri illuminano Emil di una nuova verità. Egli scopre grazie a Demian, una diversa lettura del mito di Caino e Abele che vede il marchio di Caino non come il segno di una reale malvagità fratricida di tutti i figli di Caino, ma come un segno di distinzione di coloro che, perseguitati perché usati per alimentare le paure e dominare, con coraggio non si sono arresi.
Un altro dialogo significativo è quello che Max ed Emil intrattengono, sul ruolo del ladrone crocifisso insieme a Gesù. Max Demian ha un forte ascendente su Emil e questo porta Emil ad avere una certa considerazione delle sue idee forti e determinate. Dal punto di vista di Demian quel ladrone è un uomo di carattere che non rinnega il diavolo che lo ha aiutato nei suoi misfatti, un uomo che rimane fermo nella sua volontà e fedele a sé stesso.
Col passare degli anni Emil Sinclair perde di vista Demian, cambia città e istituto scolastico e attraversa un periodo di forte crisi esistenziale che lo porta a frequentare le osterie e a trascurare gli studi. Egli si sente perduto e rassegnato al suo destino, quando si innamora di una donna, Beatrice che ama platonicamente, idealizzandola. Si susseguono in questa parte del romanzo, una serie di visioni e di sogni che accompagnano la febbrile crescita fisica e spirituale del protagonista. Emil dipinge e attraverso la pittura si accorge di richiamare a sé e riprodurre, sempre e involontariamente, l’immagine di Demian, specchio del suo vero sé.
Un episodio dal forte valore simbolico è quello in cui Emil esegue un disegno che raffigura uno sparviero nell’atto di uscire da un guscio d’uovo (che rappresenta la sfera terrestre), che si apre per permettere il volo.
Quest’immagine riavvicina ancora una volta Sinclair e Demian, perché spinto dal desiderio inconscio di rivederlo, Emil spedisce all’amico il disegno dell’uccello e Demian gli fa pervenire un biglietto dove lo esorta a distruggere il mondo da cui vuole uscire e di onorare il dio Abraxas. Per la prima volta Emil sente parlare di questo dio e incuriosito vuole saperne di più.
A dargli informazioni sul mito di Abraxas è un nuovo amico, Pistorius, che è un appassionato di teologia, di esoterismo e di filosofia, ma è anche organista. Pistorius spiega ad Emil che Abraxas è il dio delle contraddizioni e degli opposti, è colui che accoglie il bene e il male e permette a ognuno di vivere a pieno la propria umanità.
In seguito entra nella vita del nostro personaggio un nuovo compagno : Knauer, persona fragile e depressa che cerca in Emil conforto e insegnamenti. Nonostante il senso di repulsione di Emil verso questo compagno disperato, egli riesce ad evitare il suo suicidio.
In seguito, subito dopo aver compiuto i diciotto anni, Emil si trasferisce in una nuova città per frequentare l’università e qui incontra di nuovo Max Demian. Ne è felice, perché tanto aveva in quegli anni desiderato ritrovarsi con lui. Comincia quindi a frequentarlo e si reca spesso a casa sua dove vive con la madre Eva.
Emil se ne innamora perdutamente, ma il suo amore è incoffessabile. Emil trascorre un periodo di grande gioia nella casa di Demian, in cui i tre trascorrono ore a discorrere di temi filosofici e politici, spesso circondati da una cerchia di amici intellettuali. Tra loro si crea una forte intesa e complicità.
Purtroppo i venti di guerra bussano alle porte e i due ragazzi, che stanno vivendo un momento di grande affinità e sintonia, si trovano chiamati a combattere, di fronte alla realtà di un attacco bellico con la Russia.
Il romanzo si chiude con il campo di battaglia in cui Emil si salva da un colpo di granata, ma ferito, viene soccorso e trasportato per le cure, che saranno dolorisissime. In quei momenti gli sembra di rivedere Demian dinanzi a sé che gli parla con dolcezza, gli dice di essere nel suo cuore e lo bacia da parte di Eva.
Demian significato del libro
Il significato del romanzo riguarda la formazione di un ragazzo nella fase dello sviluppo della sua personalità, dunque la sua sfera psicologica che, vista l’età adolescenziale, è conflittuale e dolorosa.Questi anni di formazione rappresentano anche un’iniziazione spirituale ed una formazione intellettuale, in un percorso graduale verso la maturità. Per arrivare ad essere pienamente sé stesso, Emil deve abbandonare la sua identità infantile e questo strappo provoca sofferenza e crisi esistenziale. Fuori dall’ordine familiare c’è il caos a cui Emil Sinclair deve dare un senso.
Ciò che apprende da Demian gli é necessario per accettare di liberarsi dalla dimensione protettiva familiare ed arrivare a realizzare il proprio destino, esponendosi al divino, come al diabolico.
I tre romanzi di Hermann Hesse, in ordine cronologico Demian, Siddharta e Il lupo della steppa, ci regalano una serie di osservazioni sul tema dello “straniero” che non deve aver timore di separarsi dalla società e di "viverne al di fuori".
“Demian” fu il risultato di una forte crisi esistenziale vissuta dall'autore, che lo condusse verso un cambiamento profondo non solo nel suo percorso letterario, ma anche in quello umano e personale. In Demian infatti troviamo riferimenti autobiografici del pensiero di Hermann Hesse sulla propria sofferta adolescenza, che egli affermava di aver compreso solo vent'anni dopo, proprio grazie a quest'opera.
In questo romanzo ritroviamo inoltre, gli influssi culturali dell'epoca, come la filosofia di Friedrich Nietzsche e la psicologia analitica di Carl Gustav Jung, che accompagnano l’evento della guerra in Europa e nel mondo, vissuta con grande intensità e dolore.
Ma “Demian” ha anche una forte impronta religiosa, con diversi riferimenti ad episodi della Bibbia, dove si nota il riflesso dell'educazione cristiana e pietista che Hesse aveva ricevuto nell'infanzia. Il romanzo narra quindi, attraverso varie componenti storiche, religiose e filosofiche, la crescita spirituale di un'adolescente.
Nel primo dialogo tra Demian ed Émile già si intravede il profondo sconvolgimento che attende il giovane Emil Sinclair. Il primo suggerisce al secondo che la storia di Abele e Caino è sempre stata mal interpretata e mal compresa, e che il marchio che Caino portava sulla fronte non era esattamente un segno fisico, ma piuttosto una rappresentazione di una qualche forma di superiorità. Dopo questa conversazione tutto il resto del romanzo si incentrerà fondamentalmente sull'approfondimento di questa scoperta che mette insieme le tradizioni gnostiche dei primi tempi
del cristianesimo, con la filosofia orientale, in particolare buddista. Sinclair è chiamato a riconciliare i suoi due mondi, del bene e del male.
Egli opera tale riconciliazione passando per il relativismo radicale dei valori morali proposto da Max Demian: non esiste una delimitazione oggettiva del bene e del male e questo lo porta a rifiutare tali valori e a dare rilevanza alla libertà di scelta individuale: «il bene e il male non sono antinomie, ma manifestazioni di una forza che li comprende entrambi». Volendo andare a fondo nel seguire lo sbocco di questo approccio filosofico alla vita, esso ci porta verso un’apertura olistica: "Bisogna venerare tutto ciò che esiste e considerare sacro l'intero Universo, non solo questa metà ufficiale, artificialmente distaccata dal tutto". Non siamo di fronte ad una qualche forma di panteismo, ma piuttosto ad una riconciliazione di forze in opposizione tra loro, in una ritrovata unicità dello spirito umano, costantemente disperso e frammentato.
Si può collocare in questo punto l'articolazione principale tra il pensiero di Hesse e quello di Nietzsche. Quest'ultimo denuncia l'impresa mistificante con cui l'uomo cerca continuamente di unificare le differenze e la complessità di esseri dissimili, di trovare sicurezza e stabilità in categorie stigmatizzanti e totalizzanti e così facendo egli pensa di risolvere l'instabilità caotica e permanente che agita tanto il suo corpo che l’intero l'universo.
Ma se è vero come afferma Demian, che "l'intero universo è contenuto in ogni anima", allora questo deve potersi esprimere in un’unità, perché questo universo è “la somma di tutte le impressioni provate, di tutte le esperienze vissute e di tutti i pensieri formulati da tutti gli individui vissuti dall'alba dei tempi che risuona nella nostra mente”.
Dunque la coscienza di ogni essere umano è solo un frammento impercettibile ed unico di un tutto incommensurabile che si esprime attraverso di esso. Si esprime così un perno centrale della concezione nietzscheana dell'individuo.
Così come nel corpo umano ogni singola cellula racchiude in sé tutte le informazioni genetiche necessarie all'intera costruzione del corpo, così ogni uomo porta con sé tutto il potenziale del mondo a cui appartiene. Dunque è la volontà la vera forza dinamica, il motore della vita e dell'evoluzione umana. Ciò che determina lo spessore di "Demian" in confronto ad altri romanzi di Hermann Hesse è appunto, l'enfasi sull'individuo e il potenziale di cui è portatore.
Tutto ciò che si svolge a fianco di questo centro vitale è decorativo, è una maschera, un luogo popolato da esseri smarriti, individui che hanno rinunciato a percorrere la strada della conoscenza di sé, rinuncia dovuta al fatto che la ricerca interiore richiede impegno e dedizione, richiede anche solitudine e distanza dal mondo.
analisi e commento: Demian
Demian – Storia della giovinezza di Emil Sinclair, é un romanzo di formazione, il primo dei tre romanzi iniziatici di Hermann Hesse, che lo concepì e lo scrisse nel 1917 , nel pieno della prima guerra mondiale, in un periodo molto difficile della sua vita.Fu poi pubblicato nel 1919 . Nel periodo della scrittura del romanzo, Hesse era in conflitto con la prima moglie, suo padre era appena scomparso ed egli a causa della guerra, aveva dovuto lasciare la Germania per rifugiarsi in Svizzera. In quello stesso anno Hesse lavorò con il dottor Lang, famoso psicoanalista allievo di Carl Gustav Jung, con il quale affrontò le sue personali problematiche psichiche, per poter ritornare a vivere serenamente.
Il romanzo ha una forte valenza autobiografica ed è stato per Hesse, un mezzo per riscoprire sé stesso, attraverso quello che possiamo chiamare con Jung, un "processo di individuazione" presente in tutto il corso della narrazione della giovinezza di Emil Sinclair.
Demian è un romanzo impregnato di teorie junghiane sulla psicoanalisi ed è incentrato sulla realizzazione interiore che avviene per mezzo di cinque figure fondamentali che rappresentano delle precise fasi dell’evoluzione giovanile: incontro con il mondo dell’ombra (Franz Kromer); incontro con la propria guida (Max Demian); incontro con l’ anima (Beatrice); incontro con l'inconscio collettivo (Pistorius); incontro con la Grande Madre (Eva).
Il mondo oscuro e corrotto è l'ombra, il lato nascosto dell'ego malvagio che si manifesta non è altro che l'ombra dalla sua immagine proiettata sulla figura di Franz Kromer. Max Demian è la guida, ma è anche la proiezione esterna dell’interiorità dello stesso Sinclair. Beatrice è l'anima, proiezione interiore dell'amore.
Pistorius rappresenta l'inconscio collettivo. Sarà lui a rivelare a Sinclair la connessione tra immagini oniriche, simbolismo e allegorie sui popoli antichi e le religioni del mondo. Eva é La Grande Madre, la proiezione della figura femminile, che prende il nome dalla biblica antenata dell'umanità. Troviamo nel romanzo, concetti e figure vicini allo gnosticismo, in particolare il demiurgo chiamato Abraxas, figura divina e diabolica, creatore dell'universo.
“Demian” scava a fondo nei desideri dell'anima individuale, per tracciare un percorso verso un futuro collettivo. In questa intima testimonianza offertaci dal giovane Émile Sinclair, si racconta del suo percorso fuori dalla religione cristiana e poi fuori dal mondo, per immergersi nell’esplorazione di sé. Hesse traduce in modalità romantica l’elaborazione filosofica, nell’intento di rendere consapevole l'individuo della forza della sua volontà, ciò che infine, gli permette di diventare uomo.
Il romanzo è espressione della lotta che lo scrittore predica: la rinuncia al mondo e alla mondanità, la conoscenza di sé, l’adeguamento della volontà all'ordine universale che è compreso interamente in ogni uomo.
E’ già percettibile nello sviluppo di questo romanzo, l'influenza che le spiritualità orientali eserciteranno sull’autore. Ma soprattutto, l’opera è attraversata da una forte ispirazione alla filosofia nietzscheana , che si manifesta nel corso dello sviluppo della personalità del giovane Sinclair, nelle tappe principali dell'avvento di un uomo nuovo.
Il centro simbolico del romanzo è il culto di Abraxas, il Dio paleocristiano che integra il bene e il male, che include l’amore, ma non disdegna il male. Per Emil Sinclair tale culto, che implica una visione filosofica che va al di là del bene e del male, é la conferma che la sua lotta personale per accettare di sé anche la parte oscura, è la lotta di un’intera umanità. Davanti a questa nuova visione della realtà, il giovane Sinclair prova una profonda vertigine.
Egli comprende che i suoi sentimenti più intimi, ancora non ben definiti nel periodo infantile, coincidono con "l'eterno fiume delle grandi idee", egli dunque non è solo con il suo disagio (malgrado il senso di solitudine non lo abbandoni mai), ma esso appartiene alla condizione umana.
Hesse descrive perfettamente il meccanismo con cui la coscienza si distacca improvvisamente dall’indefinito, per tuffarsi nella singolarità più assoluta, prendendo atto della sua somiglianza con gli altri esseri e della comune natura di tutte le preoccupazioni umane.
Questa rottura rappresenta la fine dell'infanzia. Come Nietzsche, Demian ci dice che questo sconvolgimento esistenziale va celebrato senza voltarsi indietro. “Se il destino umano è la morte e la rinascita, molti lo sperimentano solo una volta nella vita, mentre la nostra infanzia si sgretola e si stacca gradualmente da noi, mentre siamo abbandonati da tutto ciò che è dentro di noi, solitudine dell'universo.
E molti restano per sempre aggrappati a uno di questi detriti e dolorosamente, si aggrappano a un passato che non tornerà, al sogno del paradiso perduto, il peggiore dei sogni, il più mortale.” Il culto del dio Abraxas a cui Demian inizia Sinclair, in realtà prepara l'avvento dell'uomo.
E’ la volontà il motore di questa trasformazione, ispirata a Nietzsche, che definiva l'uomo come una freccia tesa verso il sovrumano, ritroviamo chiaro questo concetto quando Demian deplora di vedere camminare per strada solo formiche o larve, ignare di contenere in sé l'intero universo, L'iniziazione alla vita di Emil Sinclair è caratterizzata da incontri e sogni che lo avvicinano costantemente alla libertà assoluta, raggiungibile solo dopo essere riscito a domare definitivamente la sua volontà. "Tutto succede a chi lo vuole, purché voglia ciò che deve volere" dichiara Demian, che ha imparato a controllare la sua volontà in modo tale da riuscire a deviare alcuni eventi in corso, a prevedere le azioni e a controllarne i pensieri. Non siamo di fronte ad eventi soprannaturali, ma ad un elogio alla forza della volontà, che se adattata all'intero movimento della nostra mente, entra in sintonia, adeguandosi, con la realtà materiale del mondo.
La volontà agisce come un organo e viene paragonata alla vescica natatoria di alcune specie di pesci preistorici, che di fronte alla necessità trasformano la funzione in disuso di quest’organo, in un organo respiratorio. In maniera affine, l'uomo può gestire la sua volontà di muoversi nel mondo e provocare eventi. Spesso Sinclair riesce a richiamare Demian per chiedere aiuto indirizzando a lui il suo desiderio. “Non sono venuto perché mi hai chiamato: mi hai chiamato perché avevi bisogno di me. »